Il 1° ottobre 1943 i primi reparti americani del 7th Infantry Regiment della 3rd Division fecero il loro ingresso nel capoluogo irpino. La Divisione era composta da formazioni corazzate e leggere supportate da potenti jeep che s’inerpicarono sui cumuli di macerie causati dai crolli lungo le strade della città. Il 14 settembre 1943 anche la città di Avellino divenne teatro di un massiccio bombardamento ad opera dell’aviazione alleata che, nell’intento di sbarrare la strada alle truppe germaniche in ritirata, sganciò migliaia di ordigni sul centro cittadino. Purtroppo, sotto questi bombardamenti persero la vita anche il mio bisnonno paterno, Alfredo Preziosi (ex appuntato della Guardia di Finanza in congedo che allora svolgeva la mansioni di portiere) con la figlia Lucia, come riportato sulla lapide che sorge proprio nei pressi del Palazzo Municipale. L’altro figlio quarantatreenne, mio nonno Giovanni, invece, se la cavò per un pelo perché si trovava a qualche isolato di distanza – per la precisione nei pressi di Piazza d’Armi – e lo spostamento d’aria provocato dall’esplosione di un ordigno piovuto improvvisamente dal cielo, lo scaraventò violentemente sul selciato. Rimediò – si fa per dire – soltanto delle ferite sebbene una scheggia che, sfortunatamente, si conficcò sotto il palmo del piede lo costrinse per il resto della sua vita ad un incedere claudicante.