Il 18 febbraio 1943, Sophie Scholl, suo fratello Hans e il loro amico Christoph furono arrestati dopo essere stati sorpresi a distribuire volantini contro la guerra all’Università di Monaco dove studiavano. Hans aveva 25 anni, Sophie 21. Furono processati e dopo un serrato interrogatorio durato ben 17 ore seguito da un processo farsa, il 22 febbraio 1943 furono condannati con l’accusa di alto tradimento e decapitati. Il testo dell’opuscolo era stato scritto dal loro professore, Kurt Huber. Kurt Huber e altri due studenti collaboratori, Alexander Schmorell e Willi Graf, furono successivamente arrestati e giustiziati. Questi sei individui sono conosciuti oggi come i membri principali della Rosa Bianca. Nel corso di circa nove mesi, dalla primavera del 1942 all’inverno del 1943, questo gruppo pubblicò sei opuscoli. Stamparono circa 10.000 copie dell’opuscolo scritto da Huber (che sarebbe stato l’ultimo) e le distribuirono in tutta la Germania e nei paesi vicini. I loro strumenti di rivoluzione erano le parole, la carta e una macchina da stampa. Dopo la morte degli studenti, il sesto volantino del movimento fu contrabbandato fuori dalla Germania e utilizzato dalle forze alleate, che fecero piovere milioni di copie dell’opera di Sophie sulla Germania pochi mesi dopo la sua esecuzione. Il gruppo iniziò a distribuire volantini contro la guerra nell’estate del 1942. Sul primo di questi si leggeva: «Fate resistenza passiva, resistenza ovunque vi troviate; impedite che questa atea macchina da guerra continui a funzionare, prima che le città diventino un cumulo di macerie». Nel 1943, durante una di queste distribuzioni, la Gestapo arrestò Sophie Scholl col fratello Hans e l’amico Cristoph Probst. I tre non vollero tradire i loro compagni e finirono per essere condannati a morte per decapitazione. All’accusa, che le chiedeva se non si considerava una traditrice dei soldati tedeschi a Stalingrado, Sophie rispose: «No, al contrario! Credo di aver fatto la miglior cosa per il mio popolo e per tutti gli uomini. Non mi pento di nulla e mi assumo la pena!».
Noi non taceremo, noi siamo la voce della vostra cattiva coscienza; la Rosa Bianca non vi darà pace. Così si conclude uno dei sei volantini diffusi dalla Rosa Bianca impegnata nella lotta contro la propaganda del regime nazista.
Le ultime parole pronunciate da Sophie brillano come un’ultima manifestazione del primato della coscienza:
Come possiamo aspettarci che la giustizia prevalga quando non c’è quasi nessuno disposto a dare se stesso individualmente per una giusta causa? È una giornata di sole così bella, e devo andare, ma che importa la mia morte, se attraverso di noi migliaia di persone sono risvegliate e suscitate all’azione?