Un saggio e una ricerca storica sul Gramsci Nero che riserva molte sorprese. Mario Gramsci (1893-1945), il fratello fascista di Antonio Gramsci, sul quale fino ad ora era calato un oblio, si dice per volontà dei comunisti che intendevano cancellarne la memoria, e al contempo mito del neofascismo, in realtà ebbe una vita ben diversa dalla narrazione di parte.

Mario del quale si dice che sia stato il primo segretario del Fascio di Varese e che sia morto mussoliniano convinto, aderente alla Repubblica Sociale Italiana, nasconde un’altra verità. Volontario in Etiopia a costruire l’Impero, capitano del Regio esercito sul fronte dell’Africa settentrionale nella Seconda guerra mondiale, finì prigioniero per cinque anni degli inglesi in Australia. Al ritorno in Italia nel 1945 morì.

Mario Gramsci, nato il 9 febbraio 1893 a Sorgono, in Sardegna, è stato una figura controversa nella storia italiana del XX secolo. Fratello minore del celebre filosofo e politico comunista Antonio Gramsci, Mario ha seguito un percorso politico diametralmente opposto, abbracciando l’ideologia fascista.

Origini e gioventù

Mario Gramsci nacque ad Ales, in Sardegna, due anni dopo Antonio. I fratelli Gramsci crebbero in una famiglia di modeste condizioni, affrontando numerose difficoltà economiche. Come Antonio, anche Mario mostrò fin da giovane un’intelligenza vivace e un interesse per le questioni sociali e politiche.

Adesione al fascismo

Mentre Antonio si avvicinava al socialismo e poi al comunismo, Mario fu attratto dall’ideologia fascista. Aderì al movimento di Mussolini nei primi anni ’20, in un periodo di grande turbolenza politica in Italia.

Carriera nel Partito Fascista

Mario fece carriera all’interno del Partito Nazionale Fascista, diventando un funzionario di medio livello. La sua adesione al fascismo creò una profonda frattura con il fratello Antonio, che era invece un fervente antifascista e leader del Partito Comunista d’Italia. Mario Gramsci aderì al movimento fascista nei primi anni ’20 e fece carriera all’interno del Partito Nazionale Fascista (PNF). Fu segretario cittadino del  PNF a Ghilarza e successivamente si trasferì a Varese, dove visse con la moglie Anna Maffei Parravicini e i due figli, Gianfranco e Cesarina. A Varese, Mario fu tra i fondatori del Fascio cittadino. Nel 1921 fu cacciato dal Pnf per la sua parentela. A quel punto decise di avviare una ditta per il commercio di prodotti coloniali fino al 1935 quando partì come volontario per l’Africa orientale.

Esperienze Militari

Mario Gramsci partecipò come volontario a diverse campagne militari fasciste. Nel 1935 partì per la Guerra d’Etiopia e nel 1940 si arruolò volontario per combattere in Libia con il 4º Reggimento “Libico” col grado di capitano, dove fu fatto prigioniero dagli australiani l’11 dicembre di quello stesso anno. Fu internato prima in Egitto nel campo 309 di El Kassassin e poi in Australia, nel campo di Murchison e poi dal settembre 1942 nel campo di Myrtlefort, dove rimase fino al 1945.

Dopo la Caduta del Fascismo

Rientrato in patria aderì alla Repubblica Sociale Italiana e, dopo la caduta del regime fascista nel 1943, la sua posizione divenne precaria. Come molti ex fascisti, dovette affrontare le conseguenze del suo sostegno al regime di Mussolini nel periodo post-bellico. Durante il viaggio di ritorno in Italia, contrasse una grave forma di tifo. Il 7 settembre a Napoli fu sottoposto ad un interrogatorio ad opera della Commissione addetta agli ufficiali reduci dalla prigionia. In questa circostanza fu stilato un verbale, debitamente sottoscritto da Mario Gramsci, dal quale si evince che dichiarò di essere monarchico e antifascista fin dall’8 settembre 1943 chiedendo di combattere contro i tedeschi e accusando Mussolini di essere stato: “il più grande brigante e vigliacco del secolo…”. Tuttavia, in seguito, il tifo contratto in prigionia si rivelò letale al punto da condurlo alla morte in un ospedale di Varese il 24 novembre 1945.

Massimo Lunardelli è nato a Torino nel 1961 e vive a Cagliari, dove fa il bibliotecario. E’ autore di libri e di documentari, tra cui: Dieci pericolosissime anarchiche (Blu edizioni 2014); E’ Gramsci, ragazzi! Breve storia dell’uomo che odiava gli indifferenti (Blu edizioni, 2017); Carmine Crocco, dei briganti il generale (Colombrefilm 2008); Carlo Cafiero, il figlio del sole (StudioDigit 2011).

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© Enzo Antonio Cicchino, 2024

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