La notte del 9 novembre 1938, il governo nazista coordinò un’ondata di pogrom in Germania e in Austria, contro sinagoghe, negozi e case di proprietà ebraica. Era Kristallnacht, o la Notte dei Cristalli, come sarebbe passata tristemente alla storia, un pogrom antiebraico che ebbe luogo in tutta la Germania e in Austria. In due giorni circa 90 ebrei furono uccisi in un’orgia di violenza, mentre circa 30.000 maschi ebrei furono radunati per essere deportati nei campi di concentramento. Più di 1.000 sinagoghe furono bruciate o danneggiate. Questo evento, in realtà, segnò un punto di svolta significativo nella politica antisemita del Terzo Reich, passando da una discriminazione legalizzata a una violenza aperta e sistematica contro la comunità ebraica1. I primi resoconti del Manchester Guardian sul pogrom apparvero l’11 novembre 1938.

The Manchester Guardian, 14 November 1938

Il nome, in qualche modo fuorviante ed eufemistico, deriva dai frammenti di vetro rotto che ricoprivano le strade dopo l’attacco a negozi, case e sinagoghe ebraiche. Questo evento segnò una significativa escalation nella persecuzione degli ebrei da parte del regime nazista e viene spesso visto come un preludio all’Olocausto.

Contesto Storico

Per comprendere appieno la Kristallnacht, è necessario considerare il contesto storico in cui si è verificata. Dopo l’ascesa al potere di Adolf Hitler nel 1933, il regime nazista aveva gradualmente intensificato le sue politiche antisemite. Le Leggi di Norimberga del 1935 avevano già privato gli ebrei tedeschi della cittadinanza e di molti diritti civili. Tuttavia, fino al 1938, la violenza fisica su larga scala contro gli ebrei era stata relativamente contenuta.

Le motivazioni che scatenarono la Kristallnacht

Herschel Feibel Grynszpan (in tedesco Hermann Grünspan, Hannover, 28 marzo 1921 – …) 

Mentre l’assassinio del segretario di legazione presso l’ambasciata tedesca a Parigi Ernst vom Rath a Parigi il 7 novembre 1938 per mano di Herschel Grynszpan (in tedesco Grünspan)2, un ebreo polacco di 17 anni, servì come pretesto immediato per la Kristallnacht, le vere motivazioni alla base del pogrom, tuttavia, sono molto più profonde e radicate nell’ideologia e nelle politiche del regime nazista3. Grynszpan era nato ad Hannover ma aveva la cittadinanza polacca e viveva con uno zio a Parigi. Era venuto a conoscenza dell’espulsione forzata della sua famiglia nell’ambito della “Polenaktion”. Pochi giorni dopo, il 7 novembre, entrò con un revolver nell’edificio dell’ambasciata tedesca nella capitale francese, dove sparò più volte al segretario dell’ambasciata Ernst vom Rath4. Grynszpan aveva solo diciassette anni. Fu immediatamente arrestato dalle autorità francesi e successivamente consegnato alla Germania, dove le sue tracce andarono infine perdute. Le sue azioni sarebbero state in seguito utilizzate come giustificazione per la Kristallnacht, il violento pogrom antisemita che ebbe luogo il 9 e 10 novembre 1938. Ora, ottantatré anni dopo, Herschel Grynszpan è in gran parte svanito nella storia5. L’assassinio di Ernst vom Rath, un segretario di legazione presso l’ambasciata tedesca a Parigi, il 7 novembre 1938, da parte di Grynszpan fu usato come pretesto per il pogrom. La famiglia di Grünspan era stata vittima dell’espulsione degli ebrei polacchi dalla Germania verso la Polonia alla fine di ottobre da parte delle autorità tedesche. I suoi genitori e sua sorella erano tra le migliaia di infelici ebrei che dovettero trascorrere lunghe settimane al confine in condizioni squallide, senza che nessuna delle due parti fosse disposta ad accettarli. La propaganda nazista strumentalizzò l’assassinio come parte di una cospirazione ebraica contro la nazione tedesca e come un tentativo degli ebrei di fomentare l’inimicizia tra gli stati europei. Tutti i giornali tedeschi pubblicarono il giorno dopo tirate antiebraiche piene di odio in prima pagina. Questo evento, dunque, fu strumentalizzato a dovere dalla propaganda nazista per giustificare un’ondata di violenza “spontanea” antisemita che già covavano contro la comunità ebraica.

Prima pagina del Völkischer Observer dell’8 novembre 1938

Sebbene l’atto di Grynszpan abbia fornito il pretesto, le vere ragioni del pogrom risiedono nella crescente ideologia antisemita del regime nazista e nel desiderio di intensificare la persecuzione degli ebrei. Il ministro della Propaganda nazista Joseph Goebbels sfruttò l’evento per incitare alla violenza contro gli ebrei, presentandolo come un’opportunità per la vendetta. Vom Rath morì il pomeriggio del 9 novembre 1938. Lo stesso giorno, a Monaco, si teneva l’incontro annuale dei vecchi combattenti nazisti con Hitler, una commemorazione del fallito putsch nazista del 1923. Quando Hitler se ne andò, verso le 10 di sera, Goebbels apparve (indubbiamente dopo un accordo con Hitler) con la notizia della morte di vom Rath. Fece un discorso antiebraico incendiario chiedendo vendetta, che i funzionari delle SA e delle altre istituzioni naziste presenti interpretarono come un ordine per iniziare un pogrom antiebraico. Quella stessa notte, le unità delle SA in particolare iniziarono a provocare disordini antiebraici e ad attaccare gli edifici ebraici.

Durante il pogrom, che si svolse dalla tarda notte del 9 novembre, per tutto il giorno successivo e, in alcuni luoghi, continuò anche l’11 novembre, la maggior parte delle sinagoghe e delle sale di preghiera ebraiche in Germania furono incendiate. Negozi e aziende ebraiche furono saccheggiati e le loro attrezzature distrutte. Quasi 7.500 negozi ebraici furono segnalati come demoliti. Quasi 100 ebrei furono uccisi durante il pogrom stesso, e circa 30.000, la maggior parte dei quali ebrei benestanti, furono inviati nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen.

Bundesarchiv, R 58/6383Vol. 23, 1938, Numero del volume, 23
Assassinio del consigliere d’ambasciata Ernst Eduard vom Rath da parte di Herschel Grünspan e Notte del pogrom del 9 novembre 1938, “Reichskristallnacht”
Rapporti di stampa e agenzie dalla Germania e dall’estero. Rapporti da missioni straniere per i governi dei loro paesi d’origine.
Unità organizzativa II 112, SD-HA, Tipo di documento File dell’oggetto Vecchia firma Coll. NS Archivio del MfS/ZB I 0467
Luogo di utilizzo Berlino-Lichterfelde.

La Kristallnacht rappresentò un punto di svolta nella politica antiebraica nazista. Passò dall’emarginazione e dalla discriminazione alla violenza fisica diffusa e alla distruzione della proprietà. Il pogrom segnò anche un’escalation nell’espropriazione di proprietà ebraiche da parte del regime nazista. Gli ebrei furono costretti a ripulire i danni e a restituire le strade al loro aspetto originale, ma fu anche vietato loro di ricevere qualsiasi risarcimento assicurativo. Inoltre, in una riunione presieduta da Hermann Göring il 12 novembre, agli ebrei tedeschi fu ordinato di pagare una multa di un miliardo di marchi.

La Kristallnacht fu un precursore dei futuri orrori dell’Olocausto. Dimostrò la brutalità del regime nazista e la sua volontà di usare la violenza contro la popolazione ebraica. L’evento scatenò anche un’ondata di emigrazione ebraica dalla Germania, poiché molti ebrei si resero conto che non c’era più futuro per loro sotto il dominio nazista.

La Notte dei Cristalli

La sera del 9 novembre, Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda nazista, pronunciò un discorso incendiario a Monaco, incitando alla violenza contro gli ebrei. In poche ore, un’ondata di pogrom si diffuse in tutta la Germania, l’Austria annessa e la regione dei Sudeti in Cecoslovacchia. Nel diario di Goebbels si leggono molte pagine alla Notte dei cristalli. La descrizione di questo avvenimento inizia con la comunicazione al Führer del decesso a Parigi del primo segretario Ernst vom Rath, avvenuto alle 17.30, ma reso noto soltanto verso le 21.00 del 9 novembre 1938 mentre tutto l’entourage della NSDAP stava commemorando l’anniversario del putsch di Monaco del 1923. Ma leggiamo cosa scriveva il gerarca nazista nelle pagine del suo diario il 10 novembre 1938:

Riferisco la cosa al Führer. […] Lui decide: si facciano proseguire le manifestazioni. La polizia si ritiri. Che gli ebrei toccassero una volta con mano la rabbia della gente. Questo è giusto. Impartisco immediatamente le istruzioni necessarie alla polizia e al partito. Quindi parlo brevemente e nel medesimo spirito alla direzione del Partito. Applausi scroscianti. Tutti si precipitano al telefono. Adesso l’iniziativa passa alla gente. […]

Decido di tornare in albergo e vedo un [bagliore] rosso-sangue nel cielo. La sinagoga brucia… Estinguiamo il fuoco solo laddove necessario per preservare gli edifici attigui. Altrimenti, che vengano distrutte dal fuoco… Da tutto il Reich cominciano a piovere informazioni: 50, poi 70 sinagoghe stanno bruciando. Il Führer ha ordinato l’arresto immediato di 20-30 000 ebrei… A Berlino, 5, poi 15 sinagoghe stanno bruciando. Adesso la furia popolare impazza… Che le si lasci mano libera. […] Mentre vengo ricondotto in albergo, vedo ovunque vetrine in frantumi. Bravo! Bravo! [in italiano nel testo – n.d.r.] Le sinagoghe bruciano come vecchie baracche. Le proprietà tedesche non vengono messe in pericolo. Al momento non resta niente di particolare da fare. […]

L’11 novembre, poi, aggiungeva:

Ieri: Berlino. Lì tutto è andato in modo fantastico. Un incendio dopo l’altro. Così va bene. Preparo un ordine per far cessare le azioni. Per ora può bastare… Pericolo che le masse possano venire troppo alla ribalta. In tutto il paese le sinagoghe sono in fiamme. Riferisco al Führer […]. E’ d’accordo su tutto. Le sue idee sono estremamente radicali e aggressive. L’azione stessa si è svolta senza il minimo intoppo. 100 morti. Ma nessuna proprietà tedesca danneggiata6.

In una copia segreta del telegramma urgente inviato da da Monaco di Baviera il 10 novembre 1938 alle ore 1:20 Heydrich forniva precise direttive per le misure da adottare contro gli ebrei a tutte le sedi e le stazioni della Polizia di Stato e a tutti i distretti e sottodistretti delle SA, in cui si leggeva quanto segue:

Dopo l’attentato alla vita del segretario di legazione vom Rath a Parigi, nella prossima notte, 9 e 10 novembre 1938, sono previste dimostrazioni contro gli ebrei in tutte le parti del Reich. Le istruzioni seguenti devono essere applicate nella gestione di questi eventi:

1. I capi della polizia di Stato, o i loro sostituti, devono immediatamente dopo aver ricevuto questo telegramma contattare, per telefono, i leader politici delle loro zone – Gauleiter o Kreisleiter – che hanno giurisdizione nei loro distretti e organizzare un incontro congiunto con l’ispettore o il comandante della polizia d’ordine per discutere le disposizioni per le manifestazioni. In occasione di queste discussioni, i leader politici saranno informati che la polizia tedesca ha ricevuto istruzioni, dettagliate di seguito, dal Reichsführer SS e dal capo della polizia tedesca, con le quali la leadership politica è invitata a coordinare le proprie misure:

a) Devono essere prese solo le misure che non mettono in pericolo la vita o la proprietà dei tedeschi (cioè le sinagoghe devono essere bruciate solo dove non c’è pericolo di incendio per gli edifici vicini).

b) I luoghi di lavoro e gli appartamenti appartenenti agli ebrei possono essere distrutti ma non saccheggiati. La polizia ha il compito di vigilare sull’osservanza di questo ordine e di arrestare i saccheggiatori.

c) Nelle strade commerciali si deve prestare particolare attenzione affinché le attività commerciali non ebraiche siano completamente protette dai danni.

d) I cittadini stranieri – anche se ebrei – non devono essere molestati.

2. Supponendo che le linee guida di cui al paragrafo 1 siano rispettate, le manifestazioni non devono essere impedite dalla polizia, che deve solo vigilare sull’osservanza delle linee guida.

3. Al ricevimento di questo telegramma, la polizia sequestrerà tutti gli archivi che si trovano in tutte le sinagoghe e gli uffici delle comunità ebraiche in modo da impedirne la distruzione durante le manifestazioni. Questo si riferisce solo a materiale di valore storico, non a documenti fiscali contemporanei, ecc. Gli archivi devono essere consegnati ai funzionari locali responsabili della SD.

4. Il controllo delle misure della Polizia di Sicurezza relative alle manifestazioni contro gli ebrei è affidato agli organi della Polizia di Stato, a meno che gli ispettori della Polizia di Sicurezza non abbiano dato le proprie istruzioni. Funzionari della Polizia Criminale, membri della SD, delle Riserve e delle SS in genere possono essere impiegati per l’esecuzione delle misure adottate dalla Polizia di Sicurezza.

5. Non appena il corso degli eventi durante la notte permetterà il rilascio dei funzionari richiesti, dovranno essere arrestati tutti gli ebrei di tutti i distretti – specialmente i ricchi – che possono essere ospitati nelle prigioni esistenti. Per il momento devono essere detenuti solo gli ebrei maschi sani, che non sono troppo vecchi. Dopo che le detenzioni sono state effettuate, i campi di concentramento appropriati devono essere contattati immediatamente per la pronta sistemazione degli ebrei nei campi. Particolare attenzione deve essere prestata affinché gli ebrei arrestati in conformità con queste istruzioni non siano maltrattati.

Firmato Heydrich,
SS Gruppenführer

Telegramma firmato da Reinhard Heydrich a vari uffici del Servizio di sicurezza nazista (SD), che coordinava la Kristallnacht con la polizia e il partito nazista, .
Sinagoga distrutta a Wilhelmshaven, 10 novembre 1938 (Museo Ebraico di Berlino)

L’impatto della Kristallnacht sugli ebrei tedeschi

La Kristallnacht rappresentò un punto di svolta nella persecuzione degli ebrei nella Germania nazista. La conseguenza principale per gli ebrei tedeschi dopo la Kristallnacht fu un’intensificazione delle misure antiebraiche, segnando una transizione verso una più radicale e violenta esclusione dalla società tedesca, preludio alla Shoah. Non fu un evento isolato, ma parte di una più ampia strategia nazista per eliminare gli ebrei dalla Germania. Prima del pogrom, il regime nazista aveva già attuato una serie di misure discriminatorie, privando gli ebrei dei loro diritti civili ed economici. Tuttavia, la violenza e la distruzione su larga scala della Kristallnacht segnarono un’escalation significativa nella persecuzione.

Dopo la Kristallnacht, i nazisti sfruttarono l’evento per imporre ulteriori misure repressive quali:Il pogrom della Kristallnacht, avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, fu un momento cruciale nella persecuzione degli ebrei nella Germania nazista. I nazisti sfruttarono cinicamente questo evento per intensificare le loro politiche antisemite, gettando le basi per la “Soluzione Finale”.

Mentre l’assassinio di Ernst vom Rath da parte di Herschel Grünspan fu il pretesto utilizzato per scatenare la violenza, le fonti evidenziano che la vera motivazione dietro la Kristallnacht risiedeva nella volontà del regime nazista di intensificare la persecuzione e l’esclusione degli ebrei dalla società tedesca.12

Ecco come i nazisti utilizzarono la Kristallnacht per intensificare la loro politica antisemita:

Propaganda e manipolazione dell’opinione pubblica: I nazisti sfruttarono la Kristallnacht per diffondere propaganda antisemita e fomentare l’odio verso gli ebrei. Dipinsero l’assassinio di vom Rath come parte di una cospirazione ebraica contro la Germania e usarono la violenza del pogrom per giustificare ulteriori misure repressive, presentandole come una risposta legittima alla “minaccia ebraica”.

Arianizzazione forzata dei beni ebraici: I nazisti usarono la Kristallnacht come pretesto per accelerare l’espropriazione dei beni ebraici. Gli ebrei furono costretti a ripulire i danni e a ricostruire gli edifici distrutti, ma fu loro proibito di ricevere qualsiasi risarcimento assicurativo. Inoltre, in una riunione presieduta da Hermann Göring il 12 novembre, agli ebrei tedeschi fu ordinato di pagare una multa di un miliardo di marchi.Inoltre, furono costretti a pagare una multa collettiva di un miliardo di marchi, contribuendo ulteriormente al loro impoverimento e alla loro dipendenza dallo stato.

Arresti di massa e deportazioni nei campi di concentramento: Dopo la Kristallnacht, circa 30.000 ebrei furono arrestati e deportati nei campi di concentramento, segnando un aumento significativo del numero di ebrei internati in questi luoghi di detenzione. La Kristallnacht rappresentò quindi un passo importante verso la creazione di un sistema di campi di concentramento che avrebbe poi culminato nell’Olocausto.

Inasprimento delle leggi e delle misure discriminatorie: La Kristallnacht fu seguita da un’ondata di nuove leggi e decreti che limitarono ulteriormente i diritti degli ebrei. Queste misure miravano a isolare ed emarginare gli ebrei dalla società tedesca, preparando il terreno per la loro futura deportazione ed eliminazione.

In conclusione, la Kristallnacht non fu un evento isolato, ma un punto di svolta nella politica antisemita dei nazisti. Sfruttando cinicamente l’evento, i nazisti riuscirono a intensificare la persecuzione degli ebrei, a espropriare i loro beni e a rafforzare il consenso popolare per le loro politiche razziste. La Kristallnacht segnò un passo decisivo verso la “Soluzione Finale”, prefigurando gli orrori che sarebbero seguiti.

Tra gli ebrei che subirono queste misure discriminatorie e antisemite ci fu anche Adolf Rosengarten – nato il 2 giugno 1886 a Bydgoszcz, decoratore, prese parte alla guerra mondiale per 4 anni, durante la Kristallnacht del 1938 il suo negozio di sigari e il suo appartamento furono letteralmente demoliti e lui è stato portato a Buchenwald per 7 settimane come cittadino ebreo. Dopo il suo rilascio, emigrò a Shanghai, in Cina, dove morì nel 1943. Sua moglie viveva in Svezia all’epoca7.

DocID: 6951735 (ADOLF ROSENGARTEN)
DeepLink: https://collections.arolsen-archives.org/en/document/6951735
Vetrine di negozi di proprietà ebraica danneggiate durante il pogrom della Kristallnacht a Berlino, 10 novembre 1938.
Questo negozio ebreo aveva la scritta sulla facciata “in vacanza a Dachau” in riferimento ai proprietari arrestati e deportati nel campo di concentramento di Dachau.

Ruth e Fred Bergmann erano ebrei tedeschi di Lipsia. Si sposarono nel 1933, l’anno in cui Hitler salì al potere, ed ebbero due figli, Renée e Tommy. Fred fu un medico praticante fino all’inizio di ottobre del 1938, dopodiché non gli fu più permesso di esercitare la professione medica perché era ebreo.  Renée ricordò come, due giorni prima della Kristallnacht, Ruth stava acquistando carne al mercato quando i negozianti la informarono: “Oggi vengono a cercare medici ebrei”. Ruth corse a casa con i bambini e disse a Fred di nascondersi nell’ospedale ebraico (Israelisches Krankenhaus) dove lavorava. 

Solo a Lipsia, più di 500 uomini furono portati nei campi di concentramento durante la Kristallnacht. Alla notizia del pogrom, Ruth mise in fretta e furia i vestiti in una valigia e portò Renée e Tommy dal padre che si nascondeva in ospedale. Mentre tutti gli altri chirurghi erano stati arrestati, Fred fu messo agli arresti domiciliari in ospedale. Le operazioni venivano ora svolte sotto le direttive della Gestapo. A causa della carenza di personale, l’inesperta Ruth divenne l’assistente di Fred. La Gestapo non mise mai in dubbio la sua credibilità e la famiglia rimase in ospedale per nove mesi. La famiglia Bergmann, tuttavia, non è mai più tornata nel loro appartamento. 

All’ospedale, Fred nascondeva le persone in cantina, spesso quelle liberate da campi come Buchenwald. Il lavoro di Fred era pieno di pericoli e quindi la famiglia sapeva che era meglio per loro lasciare appena possibile la Germania. Attraverso il contatto con un’organizzazione quacchera, Ruth ottenne visti temporanei per l’Inghilterra.  

Nel settembre del 1939, due giorni prima dello scoppio della guerra, la famiglia emigrò in Inghilterra. Ruth e i bambini vissero in un ostello nel Cheshire con altre rifugiate, mentre Fred fu detenuto nei campi di internamento di Huyton e Douglas fino al 1941.

Ecco alcuni dei fattori chiave che contribuirono alla Kristallnacht:

L’ideologia antisemita nazista: L’antisemitismo era un principio fondamentale dell’ideologia nazista. Gli ebrei erano considerati una razza inferiore e una minaccia alla purezza e alla forza della nazione tedesca. La propaganda nazista demonizzava costantemente gli ebrei, accusandoli di controllare la finanza, i media e la politica, e di tramare contro la Germania.

Il desiderio di intensificare la persecuzione degli ebrei: Prima della Kristallnacht, il regime nazista aveva già attuato una serie di misure discriminatorie contro gli ebrei, privandoli dei loro diritti civili ed economici. La Kristallnacht rappresentò un’escalation significativa nella persecuzione, segnando il passaggio dalla discriminazione alla violenza fisica diffusa.

L’opportunità di espropriare le proprietà ebraiche: La Kristallnacht permise ai nazisti di saccheggiare e distruggere migliaia di negozi e aziende ebraiche, arricchendosi alle spalle della comunità ebraica. Inoltre, la multa di un miliardo di marchi imposta agli ebrei dopo il pogrom contribuì ulteriormente ad impoverirli.

Il clima di impunità e l’incitamento alla violenza: La propaganda nazista e i discorsi incendiari di leader come Joseph Goebbels crearono un clima di odio e intolleranza verso gli ebrei, incoraggiando la violenza e l’impunità per i perpetratori.

In sintesi, la Kristallnacht segnò un punto di non ritorno nella persecuzione degli ebrei in Germania. La violenza, la distruzione e l’inasprimento delle misure antiebraiche dopo il pogrom resero evidente che la situazione per gli ebrei in Germania era diventata insostenibile e preannunciarono i futuri orrori dell’Olocausto. Le conseguenze immediate furono devastanti:

  1. Distruzione di proprietà: Circa 7.500 negozi ebraici furono saccheggiati e distrutti.
  2. Incendi di sinagoghe: Oltre 1.400 sinagoghe e luoghi di culto ebraici furono incendiati o gravemente danneggiati.
  3. Vittime: Secondo le stime ufficiali naziste, 91 ebrei furono uccisi, ma gli storici ritengono che il numero reale sia molto più alto.
  4. Arresti di massa: Circa 30.000 ebrei maschi furono arrestati e deportati nei campi di concentramento.

Analisi delle Conseguenze

La Kristallnacht ebbe profonde implicazioni:

  1. Escalation della persecuzione: Segnò il passaggio da una discriminazione legale a una violenza fisica aperta e sistematica.
  2. Reazione internazionale: L’evento suscitò indignazione internazionale, ma non portò a interventi concreti da parte delle potenze straniere.
  3. Emigrazione forzata: Molti ebrei tedeschi cercarono di emigrare, ma trovarono difficoltà a causa delle restrizioni all’immigrazione in molti paesi.
  4. Confisca di beni: Il regime nazista utilizzò l’evento per giustificare ulteriori espropriazioni di proprietà ebraiche.
  5. Intensificazione della propaganda: L’evento fu sfruttato per rafforzare la retorica antisemita e presentare gli ebrei come una minaccia per la Germania.

Interpretazioni Storiografiche

Gli storici hanno dibattuto a lungo sulla natura “spontanea” o organizzata della Kristallnacht. Mentre la propaganda nazista la presentò come una reazione popolare spontanea, le prove suggeriscono un alto grado di organizzazione da parte del regime. La rapidità e l’ampiezza della violenza, insieme alla partecipazione di unità SA e SS, indicano una pianificazione centralizzata. Inoltre, l’evento è stato interpretato come un “test” da parte del regime nazista per valutare la reazione della popolazione tedesca e della comunità internazionale a una violenza antisemita su larga scala.

Conclusione

La Notte dei Cristalli rappresenta un momento critico nella storia dell’Olocausto, segnando il passaggio da una persecuzione basata principalmente su leggi discriminatorie a una violenza fisica aperta e sistematica. Questo evento non solo accelerò l’emigrazione forzata degli ebrei tedeschi, ma pose anche le basi per le politiche di deportazione e sterminio che sarebbero seguite negli anni successivi. La Kristallnacht, in effetti, non fu un evento isolato, ma il culmine di anni di propaganda antisemita e di politiche discriminatorie. Questo pogrom segnò un punto di non ritorno nella persecuzione degli ebrei in Germania, aprendo la strada agli orrori dell’Olocausto..

  1. Cfr. in merito a questo argomento Bundesarchiv, BILDY 1, Sozialistische Einheitspartei Deutschlands, 1 Geschichte der deutschen Arbeiterbewegung von den Anfängen bis 1945, 1.10 Feb. 1933 – Aug. 1939, 1.10.5 Die Politik der deutschen Regierungen – Aktivitäten anderer politischer Bewegungen, 1.10.5.2 Faschistischer Terror, BILDY 1/1063, 4.4.1. Kristallnacht, BildY 1/10-E-4.4.1.
  2. Ivi, R 58/6383, Vol. 23, 1938, Numero del volume 23, Assassinio del consigliere d’ambasciata Ernst Eduard vom Rath da parte di Herschel Grünspan e Notte del pogrom del 9 novembre 1938, “Reichskristallnacht”. Rapporti di stampa e agenzie dalla Germania e dall’estero. Rapporti da missioni straniere per i governi dei loro paesi d’origine, Unità organizzativa II 112, SD-HA, Tipo di documento File dell’oggetto vecchia firma Coll. NS Archivio del MfS/ZB I 0467, Luogo di utilizzo Berlino-Lichterfelde.
  3. Il consigliere di governo Wolfgang Diewerge, un “vecchio combattente” che si unì al NSDAP nel 1930, era stato impiegato nel ministero di Goebbels dal 1934, dove era responsabile per la Francia, il Marocco, la Svizzera, Monaco e l’Egitto nel Dipartimento degli Affari Esteri (VII). Dal 1936 aveva ricoperto il rango di consigliere di governo, e in passato aveva fatto scalpore soprattutto come inviato speciale e autore di opuscoli incendiari antisemiti. Diewerge, che avrebbe dovuto essere responsabile della campagna stampa sull’attacco di Parigi, non si lasciò sfuggire l’occasione per fare il commento richiesto dall’ufficio stampa sulla prima pagina del Völkischer Beobachter, l’“organo di lotta” del NSDAP. Il titolo da solo rendeva chiaro quale scopo l’autore stesse perseguendo con il suo commento principale. “Criminali contro la pace dell’Europa”: questo il titolo delle sue osservazioni, manifestamente ambigue in modo che non fosse chiaro se si riferisse all’unico colpevole Grynszpan o a una “cospirazione mondiale ebraica”. Cfr. Bundesarchiv, B 162/27286, Einstellungsverfg. StA Frankfurt a.M. Js 6/69 gg. Diewerge, Ministerialrat im Propagandaministerium, wg. der propagandistischen und juristischen Vorbereitung der Hinrichtung von Herschel Grynszpan, Sachstandsbericht ZSt AR 68/75 vom 10.9.1975, Numero di fascicolo/numero di registrazione AR 2.395/65, Unità organizzativa 107 (420)
  4. Cfr. Bundesarchiv, N 2503/667Vol. 1: Il caso di Herschel Grynszpan.- Assassinio del segretario di legazione dell’ambasciata tedesca a Parigi, Ernst von Rath 1938, 1963 – 1965, Bandnummer 1, Unterlagenart Sachakte, Benutzungsort Berlin-Lichterfelde; Ivi, R 2501 Deutsche Reichsbank, 1 Volkswirtschaftliche und Statistische Abteilung, 1.3 Politische, wirtschaftliche, finanzielle und sonstige gesellschaftliche Entwicklung im Inland, 1.3.1 Innenpolitik, Verfassung und Verwaltung, 1.3.1.7 Personen aus Politik und Wirtschaft, 1.3.1.7.1 Sammelbände (1924-1944), Persönlichkeiten aus Politik und Wirtschaft.- Biographische Angaben: 1928 – 1944, Grynszpan, Herschel Seibel, cittadino polacco, assassino del segretario della legazione tedesca vom Rath, 1938; Rath vom Ernst, 3 giugno 1909, segretario della legazione tedesca presso l’ambasciata tedesca a Parigi, consigliere della legazione, morì dopo un attacco di rivoltella da parte del cittadino polacco Herschel Seibel Grynszpan, 1938. La cerimonia funebre di Ernst vom Rath si tenne a Düsseldorf 17 novembre 1938 vedi Ivi, R 901/59235, Vol. 40, 18 novembre 1938 – 24 novembre 1938, Numero del volume 40.
  5. Cfr. Bundesarchiv, MfS HA IX/11/GStA 32/66, Richiesta del pubblico ministero capo del tribunale regionale di Essen di consultare gli atti presso l’archivio centrale tedesco di Potsdam sul procedimento contro Herschel Grynszpan in relazione al procedimento contro l’ex consigliere ministeriale presso il Ministero della propaganda Wolfgang Diewerge per falsa testimonianza. Diewerge, infatti, svolse un ruolo determinante negli eventi che scatenarono la Kristallnacht sulla scia dell’omicidio di Ernst von Rath con l’incitamento all’antisemitismo tra la popolazione tedesca.
  6. Cit. in S. Friedländer, La Germania nazista e gli ebrei. Volume I: Gli anni della persecuzione, 1933-1939, Milano, Garzanti, 1998, pp. 277-279. Traduzione di S. Minucci.
  7. Bundesarchiv, DY 55 Vereinigung der Verfolgten des Naziregimes 6 Biographische Sammlung, Rosengarten, Adolf – geb. 2. Juni 1886 in Bromberg,

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