Il 18 ottobre 1945, negli edifici della Corte suprema di Berlino, si aprì ufficialmente il Tribunale militare internazionale, segnando l’inizio formale di quello che sarebbe diventato noto come il Processo di Norimberga. Questo evento rappresentò un momento cruciale nella storia del diritto internazionale e nella ricerca di giustizia per i crimini commessi durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la sconfitta della Germania nazista nel maggio 1945, le potenze alleate (Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Unione Sovietica) si trovarono di fronte alla sfida di come gestire i leader nazisti catturati e come affrontare i crimini di guerra commessi durante il conflitto. L’8 agosto 1945, queste nazioni firmarono l’Accordo di Londra, che gettò le basi per la creazione del Tribunale militare internazionale.

La scelta di Berlino come luogo per l’apertura del Tribunale fu altamente simbolica. La capitale tedesca, ora divisa in zone di occupazione, rappresentava il cuore del regime nazista sconfitto. Gli edifici della Corte suprema, seppur danneggiati dai bombardamenti, offrivano un collegamento tangibile con il sistema giudiziario pre-nazista della Germania.

Durante questa prima sessione:

Composizione del Tribunale: Furono presentati i giudici principali e i loro sostituti provenienti dalle quattro potenze alleate.

Lettura degli atti d’accusa: Il principale atto d’accusa contro i maggiori criminali di guerra nazisti fu letto formalmente. Questo documento elencava i capi d’imputazione, tra cui crimini contro la pace, crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Elenco degli imputati: Furono nominati i 24 principali imputati, tra cui figure di spicco come Hermann Göring, Rudolf Hess e Joachim von Ribbentrop.

Definizione delle procedure: Furono stabilite le regole procedurali per il processo imminente.

Annuncio della sede del processo: Si confermò che il processo vero e proprio si sarebbe svolto a Norimberga, una città con un forte legame simbolico al partito nazista.

L’apertura del Tribunale a Berlino fu un momento storico per diverse ragioni:

Rappresentò il primo passo concreto verso la creazione di un sistema di giustizia internazionale per crimini di guerra.

Segnalò la determinazione degli Alleati nel perseguire la giustizia piuttosto che la vendetta sommaria.

Pose le basi per il concetto di responsabilità individuale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Dimostrò un impegno verso un processo equo e trasparente, nonostante le enormi atrocità commesse.

Dopo questa sessione di apertura, il Tribunale si trasferì a Norimberga, dove il processo principale iniziò il 20 novembre 1945. Il Processo di Norimberga durò quasi un anno, concludendosi il 1° ottobre 1946 con la condanna di molti dei principali leader nazisti.

L’apertura del Tribunale a Berlino il 18 ottobre 1945 rimane un momento fondamentale nella storia del diritto internazionale. Esso segnò l’inizio di un nuovo approccio alla giustizia internazionale e pose le basi per futuri tribunali per crimini di guerra e per la Corte penale internazionale.

Norimberga, 20 novembre 1945. In una città ancora in rovina si apre il processo dei criminali di guerra nazisti. Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Unione Sovietica si riuniscono per dare una risposta di giustizia ai numerosi crimini commessi contro la pace, e per la prima volta nella storia, definiti “crimini contro l’umanità”.

Goebbels e Himmler si erano suicidati prima del V-E Day (Victory in Europe Day), l’8 maggio 1945. Ma gli alleati accusarono altri 24 leaders nazisti, di cui 23 furono arrestati e processati a Norimberga. Si pensava che Martin Bormann fosse ancora libero quando la corte iniziò il dibattimento, cosicché fu processato in contumacia.

Prima dell’inizio del processo, fu deciso che l’industriale Gustav Krupp von Bohlen und Halbach era troppo debole per essere processato. Poco prima dell’inizio del processo, il Dr. Robert Ley riuscì ad impiccarsi a Norimberga nella sua cella.

Di conseguenza il numero degli imputati che furono sottoposti al giudizio del Tribunale di Norimberga furono complessivamente 21.

Per conoscere più approfonditamente i capi di accusa spiccati nei confronti di ciascuno degli imputati, si rimanda all’Appendice A: Responsabilità individuali dei Nuremberg Trial Documents. Inoltretra queste carte è possibile anche conoscere l’elenco completo degli imputati e i nomi dei loro difensori.

Il Processo di Norimberga, tenutosi dal 20 novembre 1945 al 1° ottobre 1946, rappresenta un momento cruciale nella storia del diritto internazionale e della giustizia penale internazionale. Questo evento storico segnò la prima volta in cui i leader di uno Stato sconfitto furono processati per crimini contro la pace, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il presente articolo si propone di analizzare in dettaglio il contesto storico, le basi giuridiche, lo svolgimento e le conseguenze di questo processo epocale, esaminando criticamente il suo impatto sul diritto internazionale e sulla giustizia penale internazionale.

Gli imputati al Processo di Norimberga

Contesto storico

1.1 La fine della Seconda Guerra Mondiale

La Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) fu il conflitto più devastante della storia umana, causando la morte di oltre 60 milioni di persone e lasciando l’Europa e gran parte dell’Asia in rovina. Con la resa incondizionata della Germania nazista l’8 maggio 1945 e del Giappone il 2 settembre 1945, le potenze alleate (Stati Uniti, Regno Unito, Unione Sovietica e Francia) si trovarono di fronte alla sfida di gestire le conseguenze del conflitto e punire i responsabili dei crimini commessi durante la guerra.

1.2 La Conferenza di Londra e l’istituzione del Tribunale Militare Internazionale

Dal 26 giugno al 8 agosto 1945, rappresentanti delle quattro potenze alleate si riunirono a Londra per discutere la creazione di un tribunale internazionale per processare i principali criminali di guerra nazisti. Il risultato di queste discussioni fu l’Accordo di Londra, firmato l’8 agosto 1945, che istituì il Tribunale Militare Internazionale (TMI) e definì la sua giurisdizione e i principi fondamentali del processo.

1.3 La scelta di Norimberga come sede del processo

Norimberga, una città nel sud della Germania, fu scelta come sede del processo per diversi motivi simbolici e pratici. In primo luogo, la città era stata un centro importante per i raduni del partito nazista e rappresentava quindi un luogo simbolico per la fine del regime. Inoltre, il Palazzo di Giustizia di Norimberga era uno dei pochi edifici giudiziari rimasti intatti dopo i bombardamenti alleati e offriva le strutture necessarie per ospitare un processo di tale portata.

Basi giuridiche del processo

2.1 La Carta di Londra e la definizione dei crimini

La Carta di Londra, allegata all’Accordo di Londra, definì la struttura e la giurisdizione del TMI. Essa stabilì tre categorie principali di crimini:

a) Crimini contro la pace: pianificazione, preparazione, avvio o conduzione di una guerra di aggressione. b) Crimini di guerra: violazioni delle leggi e delle consuetudini di guerra. c) Crimini contro l’umanità: atti inumani commessi contro popolazioni civili, inclusi genocidio, sterminio, riduzione in schiavitù e deportazione.

2.2 Il principio di responsabilità individuale

Uno degli aspetti più innovativi della Carta di Londra fu l’affermazione del principio di responsabilità penale individuale per crimini internazionali. Questo principio stabiliva che gli individui potevano essere ritenuti personalmente responsabili per le loro azioni, indipendentemente dal fatto che agissero in veste ufficiale o su ordini superiori.

2.3 Le critiche al principio di retroattività della legge

Una delle principali critiche mosse al Processo di Norimberga riguardava il principio di nullum crimen sine lege (nessun crimine senza una legge preesistente). I critici sostenevano che il processo violasse questo principio fondamentale del diritto penale, poiché alcuni dei crimini per cui gli imputati venivano processati non erano esplicitamente definiti come tali al momento della loro commissione.

Struttura e composizione del tribunale

3.1 I giudici e i procuratori delle quattro potenze alleate

Il Tribunale Militare Internazionale era composto da otto giudici: un giudice principale e un sostituto per ciascuna delle quattro potenze alleate. I giudici principali erano:

Francis Biddle (Stati Uniti)

Lord Justice Geoffrey Lawrence (Regno Unito, presidente del tribunale)

Henri Donnedieu de Vabres (Francia)

Iona Nikitchenko (Unione Sovietica)

Ogni potenza alleata nominò anche un procuratore capo:

Robert H. Jackson (Stati Uniti)

Sir Hartley Shawcross (Regno Unito)

François de Menthon, sostituito da Auguste Champetier de Ribes (Francia)

Roman Rudenko (Unione Sovietica)

3.2 L’organizzazione del processo e le procedure adottate

Il processo fu condotto secondo una combinazione di elementi del sistema di common law anglosassone e del sistema di civil law continentale. Le procedure prevedevano la presentazione di prove documentali e testimoniali, interrogatori incrociati e arringhe finali. La lingua ufficiale del processo era l’inglese, ma tutti i procedimenti venivano tradotti simultaneamente in tedesco, francese e russo.

3.3 Il ruolo dei difensori degli imputati

Agli imputati fu garantito il diritto a una difesa legale. La maggior parte scelse avvocati tedeschi, mentre alcuni optarono per difensori stranieri. Nonostante le difficoltà logistiche e politiche, i difensori ebbero accesso ai documenti dell’accusa e poterono interrogare i testimoni.

Gli imputati e i capi d’accusa

4.1 I 24 principali imputati nazisti

Tra i principali imputati figuravano alti funzionari del regime nazista, leader militari e industriali. Ecco, qui di seguito, il profilo di tutti gli imputati al Processo di Norimberga:

Hermann Göring (1893-1946): Nato in una famiglia aristocratica, Göring fu un asso dell’aviazione durante la Prima Guerra Mondiale. Si unì al Partito Nazista nel 1922 e divenne uno dei più fidati luogotenenti di Hitler. Ricoprì numerosi ruoli chiave, tra cui Presidente del Reichstag, Comandante in Capo della Luftwaffe e designato successore di Hitler. Responsabile della creazione dei primi campi di concentramento e dell’espropriazione dei beni degli ebrei. Condannato a morte, si suicidò la notte prima dell’esecuzione.

Rudolf Hess (1894-1987): Nato in Egitto da genitori tedeschi, Hess incontrò Hitler nel 1920 e divenne il suo segretario personale. Fu nominato vice del Führer nel 1933. Nel 1941, volò in Scozia in una missione non autorizzata per negoziare la pace, venendo arrestato dagli inglesi. Condannato all’ergastolo a Norimberga, rimase in prigione fino alla sua morte nel 1987.

Joachim von Ribbentrop (1893-1946): Ex commerciante di vini, Ribbentrop entrò nel Partito Nazista nel 1932. Divenne ambasciatore in Gran Bretagna nel 1936 e Ministro degli Esteri nel 1938. Negoziò il Patto Molotov-Ribbentrop con l’Unione Sovietica. Fu uno dei principali sostenitori dell’espansionismo tedesco. Condannato a morte e giustiziato.

Wilhelm Keitel (1882-1946): Ufficiale di carriera, Keitel divenne Capo dell’Alto Comando delle Forze Armate (OKW) nel 1938. Firmò numerosi ordini criminali, inclusi quelli relativi all’esecuzione di ostaggi e al trattamento dei prigionieri di guerra sovietici. Noto per la sua obbedienza cieca a Hitler. Condannato a morte e giustiziato.

Ernst Kaltenbrunner (1903-1946): Avvocato austriaco, Kaltenbrunner si unì al Partito Nazista nel 1932. Dopo l’Anschluss, divenne capo delle SS in Austria. Nel 1943, succedette a Reinhard Heydrich come capo dell’Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich (RSHA), supervisionando la Gestapo e il servizio di sicurezza SD. Fu direttamente coinvolto nell’Olocausto. Condannato a morte e giustiziato.

Alfred Rosenberg (1893-1946): Nato in Estonia, Rosenberg fu il principale ideologo del Partito Nazista. Autore del libro “Il mito del XX secolo”, che promuoveva teorie razziste e antisemite. Fu Ministro per i Territori Occupati dell’Est, responsabile delle politiche di sfruttamento e sterminio in quelle regioni. Condannato a morte e giustiziato.

Hans Frank (1900-1946): Avvocato di Hitler negli anni ’20, Frank divenne Ministro della Giustizia della Baviera e poi Governatore Generale della Polonia occupata. Responsabile dell’amministrazione dei territori polacchi occupati, supervisionò la deportazione e lo sterminio degli ebrei polacchi. Condannato a morte e giustiziato.

Wilhelm Frick (1877-1946): Giurista di formazione, Frick fu uno dei primi membri del Partito Nazista. Divenne Ministro dell’Interno nel 1933 e fu responsabile della redazione di molte delle leggi razziali naziste, incluse le Leggi di Norimberga. Fu anche Protettore di Boemia e Moravia. Condannato a morte e giustiziato.

Julius Streicher (1885-1946): Maestro elementare divenuto editore, Streicher fu il fondatore e editore del settimanale antisemita “Der Stürmer”. Noto per il suo antisemitismo virulento e la sua propaganda razzista. Pur non avendo ricoperto cariche ufficiali durante la guerra, fu condannato a morte per incitamento allo sterminio degli ebrei.

Walter Funk (1890-1960): Giornalista economico, Funk divenne Ministro dell’Economia nel 1938 e Presidente della Reichsbank nel 1939. Coinvolto nell’arianizzazione delle imprese ebraiche e nel ricevimento di beni confiscati alle vittime dell’Olocausto. Condannato all’ergastolo, fu rilasciato nel 1957 per motivi di salute.

Hjalmar Schacht (1877-1970): Banchiere e economista, Schacht fu Presidente della Reichsbank e Ministro dell’Economia nei primi anni del regime nazista. Architetto della ripresa economica tedesca negli anni ’30, cadde in disgrazia nel 1939 per i suoi disaccordi con Hitler sulla politica economica. Assolto a Norimberga.

Karl Dönitz (1891-1980): Ammiraglio, Dönitz fu comandante della flotta sottomarina tedesca e poi della Marina intera. Nominato da Hitler come suo successore, fu brevemente Presidente del Reich dopo il suicidio di Hitler. Condannato a 10 anni di carcere per crimini di guerra.

Erich Raeder (1876-1960): Ammiraglio, Raeder fu Comandante in Capo della Marina tedesca dal 1935 al 1943. Responsabile della pianificazione e dell’esecuzione di operazioni navali aggressive. Condannato all’ergastolo, fu rilasciato nel 1955 per motivi di salute.

Baldur von Schirach (1907-1974): Leader della Gioventù Hitleriana dal 1933 al 1940, poi Gauleiter di Vienna. Responsabile dell’indottrinamento della gioventù tedesca e della deportazione degli ebrei viennesi. Condannato a 20 anni di carcere.

Fritz Sauckel (1894-1946): Gauleiter della Turingia, Sauckel fu nominato Plenipotenziario Generale per l’Impiego di Manodopera nel 1942. Responsabile del reclutamento e della deportazione di milioni di lavoratori forzati dai territori occupati. Condannato a morte e giustiziato.

Alfred Jodl (1890-1946): Capo delle Operazioni dell’Alto Comando delle Forze Armate (OKW). Firmò l’ordine di esecuzione dei commissari sovietici e l’ordine Commando. Firmò la resa incondizionata della Germania l’8 maggio 1945. Condannato a morte e giustiziato.

Franz von Papen (1879-1969): Ex Cancelliere e Vice Cancelliere, von Papen giocò un ruolo chiave nell’ascesa al potere di Hitler. Fu ambasciatore in Austria e Turchia. Assolto a Norimberga, ma successivamente condannato da un tribunale di denazificazione tedesco.

Arthur Seyss-Inquart (1892-1946): Avvocato austriaco, Seyss-Inquart fu strumentale nell’Anschluss dell’Austria. Fu Reichskommissar dei Paesi Bassi occupati, responsabile della deportazione degli ebrei olandesi e della repressione della resistenza. Condannato a morte e giustiziato.

Albert Speer (1905-1981): Architetto personale di Hitler, Speer divenne Ministro degli Armamenti nel 1942. Aumentò significativamente la produzione bellica tedesca utilizzando lavoro forzato. Uno dei pochi imputati a mostrare rimorso, fu condannato a 20 anni di carcere.

Constantin von Neurath (1873-1956): Diplomatico di carriera, von Neurath fu Ministro degli Esteri dal 1932 al 1938. Fu poi nominato Protettore di Boemia e Moravia. Condannato a 15 anni di carcere, fu rilasciato nel 1954 per motivi di salute.

Hans Fritzsche (1900-1953): Capo della divisione radiofonica del Ministero della Propaganda di Goebbels. Pur essendo una figura relativamente minore, fu processato come sostituto del defunto Goebbels. Assolto a Norimberga, ma successivamente condannato da un tribunale di denazificazione tedesco.

Martin Bormann (1900-1945): Capo della Cancelleria del Partito Nazista e segretario personale di Hitler. Processato in contumacia e condannato a morte. Si scoprì successivamente che era morto mentre tentava di fuggire da Berlino nel maggio 1945.

Rudolf Franz Ferdinand Höss (1901-1947) fu un ufficiale nazista di alto rango e il comandante più longevo del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz. La sua vita e le sue azioni incarnano la banalità del male teorizzata da Hannah Arendt, rappresentando un caso emblematico di come individui ordinari possano perpetrare atrocità straordinarie all’interno di un sistema totalitario. Nato il 25 novembre 1901 a Baden-Baden, Germania, Höss crebbe in una famiglia cattolica conservatrice. Suo padre, un ex ufficiale dell’esercito, lo educò con una disciplina rigida e valori militari. Questa educazione autoritaria potrebbe aver contribuito alla sua successiva adesione all’ideologia nazista e alla sua capacità di eseguire ordini senza apparente rimorso morale. Höss si arruolò nell’esercito tedesco all’età di 14 anni, servendo nel Medio Oriente durante la Prima Guerra Mondiale. Nel periodo post-bellico, si unì ai Freikorps, gruppi paramilitari di estrema destra, segnando l’inizio del suo coinvolgimento con l’ideologia nazionalista e antisemita. Nel 1922, Höss aderì al Partito Nazista, e nel 1934 entrò nelle SS, dimostrando una rapida ascesa nella gerarchia nazista. Nel 1940, Höss fu nominato comandante di Auschwitz, una posizione che mantenne fino al novembre 1943, con un breve ritorno nel 1944. Durante il suo mandato, supervisionò l’espansione del campo e l’implementazione della “Soluzione Finale”. Höss fu responsabile dell’introduzione del gas Zyklon B come metodo di sterminio di massa, ottimizzando l’efficienza del processo di genocidio. Sotto la sua direzione, Auschwitz divenne il più grande centro di sterminio nazista, con oltre un milione di vittime, principalmente ebrei. Dopo la guerra, Höss fu catturato dalle forze britanniche nel marzo 1946. Sebbene non fosse tra gli imputati principali al Processo di Norimberga, la sua testimonianza fu cruciale. Höss fornì dettagli espliciti sul funzionamento di Auschwitz e sul programma di sterminio nazista, confermando l’entità del genocidio e corroborando le accuse contro altri alti funzionari nazisti. Nel 1947, Höss fu processato in Polonia per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il processo si svolse a Varsavia e durò dal 11 al 29 marzo 1947. Höss fu condannato a morte e giustiziato per impiccagione il 16 aprile 1947 ad Auschwitz, nello stesso luogo dove aveva supervisionato l’omicidio di massa di innumerevoli vittime. Durante la sua prigionia, Höss scrisse le sue memorie, pubblicate postume come “Commandant of Auschwitz”. Questo documento, pur richiedendo una lettura critica, fornisce una preziosa fonte primaria per gli storici dell’Olocausto, offrendo approfondimenti sulla mentalità di un perpetratore di alto livello del genocidio nazista.

Bundesarchiv, ALLPROZ 3/177 Ernst Kaltenbrunner.- Eidesstattliche Versicherungen und Fragebögen von Zeugen1946, Enthält u.a. : Besuch von Heinrich Himmler und Ernst Kaltenbrunner in Konzentrationslager Mauthausen 1941.- Kopie eines Fotos (mit von SS-Unterscharführer Bauricksen) und eidesstattliche Versicherung des Bildberichterstatters Francois Boix, 3. Juli 1946
Unterlagenart: Sachakte, Alte Signatur: All Proz 3 Servatius/IMT IX.4, Benutzungsort: Koblenz
Bundesarchiv, ALLPROZ 21/230, Verfahren gegen Walter Reder, Major der Sipo, vor dem Militärtribunal in Bologna 1951, Enthält: Lebenslauf, Verteidigungssatz, Zeugenvernehmungen, Urteil, Bemerkung: Abgebende Stelle: Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione; Mikrofilm-Kopie (Signatur 45 K), Alte Signatur: AllProz 20/15, Benutzungsort: Koblenz.

Questi profili mostrano la varietà di ruoli e responsabilità all’interno del regime nazista, dall’ideologia alla pianificazione militare, dall’economia alla propaganda, tutti accumunati dal coinvolgimento in crimini di guerra e contro l’umanità.

4.2 Le organizzazioni naziste sotto accusa

I capi d’imputazione erano quattro:

Crimini contro l’umanità, per aver commesso atti d’estrema atrocità nei confronti di avversari politici, minoranze razziali e di interi gruppi etnici (il genocidio degli Ebrei).

Cospirazione, e vale a dire la preparazione di un piano comune per l’esecuzione degli altri tre crimini successivi;

Crimini contro la pace, per aver diretto guerre d’aggressione contro altri Stati, scatenando il secondo conflitto mondiale e commettendo la violazione di ben trentaquattro trattati internazionali;

Crimini di guerra, per aver compiuto una serie di violazioni del diritto internazionale bellico contenuto nella Convenzione dell’Aja, per esempio attraverso i trattamenti disumani nei confronti di popolazioni civili e prigionieri di guerra (torture, schiavitù, saccheggi ecc).

Oltre agli individui, sei organizzazioni naziste furono messe sotto accusa:

Il Gabinetto del Reich

Il Corpo dei Leader del Partito Nazionalsocialista

Le SS (Schutzstaffel)

La Gestapo

Le SA (Sturmabteilung)

Lo Stato Maggiore Generale e l’Alto Comando delle Forze Armate tedesche

4.3 I quattro capi d’imputazione

Gli imputati furono accusati di uno o più dei seguenti capi d’imputazione:

Cospirazione per commettere crimini contro la pace

Pianificazione, preparazione, avvio o conduzione di guerre di aggressione

Crimini di guerra

Crimini contro l’umanità

Lo svolgimento del processo

5.1 Le fasi del dibattimento

Il processo si svolse in diverse fasi:

a) Presentazione dei capi d’accusa

b) Dichiarazioni introduttive dell’accusa

c) Presentazione delle prove dell’accusa

d) Dichiarazioni introduttive della difesa

e) Presentazione delle prove della difesa

f) Interrogatori incrociati

g) Arringhe finali

h) Verdetti e sentenze

5.2 Le prove presentate dall’accusa

L’accusa presentò una vasta gamma di prove, tra cui:

Documenti ufficiali nazisti

Filmati di atrocità commesse nei campi di concentramento

Testimonianze di sopravvissuti e testimoni oculari

Confessioni e dichiarazioni degli imputati stessi

5.3 Le strategie difensive degli imputati

Le strategie difensive variarono tra gli imputati, ma alcune linee comuni includevano:

Negazione della conoscenza dei crimini

Affermazione di aver agito su ordini superiori

Contestazione della giurisdizione del tribunale

Tentativo di minimizzare il proprio ruolo nel regime nazista

5.4 Le testimonianze chiave

Alcune delle testimonianze più significative includono:

Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, che confermò l’esistenza delle camere a gas

Otto Ohlendorf, capo di un’unità delle Einsatzgruppen, che ammise l’uccisione di circa 90.000 ebrei

Albert Speer, che accettò una responsabilità morale collettiva per i crimini del regime nazista

Le sentenze e le esecuzioni

6.1 I verdetti per i singoli imputati

Il 30 settembre e il 1° ottobre 1946, il tribunale emise i suoi verdetti:

12 imputati furono condannati a morte per impiccagione

3 furono condannati all’ergastolo

4 ricevettero pene detentive da 10 a 20 anni

3 furono assolti

6.2 Le sentenze per le organizzazioni naziste

Il tribunale dichiarò criminali le seguenti organizzazioni:

Il Corpo dei Leader del Partito Nazionalsocialista

La Gestapo

Le SS

Le altre organizzazioni non furono dichiarate criminali nel loro insieme.

Sul banco degli imputati ci sono 22 dei più alti funzionari nazisti, tra cui Hermann Goering, Rudolf Hess, Joachim von Ribbentrop, Wilhelm Keitel. Tutti si dichiareranno non colpevoli.
Tuttavia, le “atrocità” e i crimini di cui si sono macchiati sono immensi. Come prova sarnno proiettati in tribunale per la prima volta, i filmati della liberazione dei campi di concentramento.

la presentazione di queste prove, il confronto e testimonianze delle vittime con i propri carnefici si rivelerà un autentico successo, tant’è che, dopo dieci lunghi mesi di udienze, il verdetto sarà inequivocabile: 12 condanne a morte, 7 ergastoli e 3 assoluzioni.

Il 10 ottobre 1946, infatti, la  Corte internazionale pronunciò questa perentoria sentenza, che prevedeva le seguenti condanne.

Condanna a morte:

Hermann Göring, il “numero due” della Germania, il personaggio più importante del nazismo, che aveva istituito la famigerata polizia segreta, meglio nota con l’acronimo di GESTAPO;

Joachim von Ribbentrop, dal 1938 al 1945 ministro degli esteri del Reich;

Alfred Rosenberg, ministro del Reich per le zone d’occupazione nell’Europa orientale;

Julius Streicher, acceso propagandista per la persecuzione degli Ebrei;

Ernst Kaltenbrunner, capo dei servizi di sicurezza del Reich;

Wilhelm Frick, ex ministro degli Interni del Reich;

Fritz Sauckel, procuratore generale di Hitler e sovrintendente per i lavori forzati di manodopera straniera;

Arthur Seyss-Inquart, governatore del Reich per i territori occupati nei Paesi Bassi;

Bundesarchiv, ALLPROZ 3/184, “Fragen an Dr. Seyss-Inquart”. 7. Juni 1946, Alte Signatur: All Proz 3 Servatius/IMT IX.11, Benutzungsort: Koblenz.

Hans Frank, dal 1939 governatore della Polonia sotto l’egida nazista e ministro della Giustizia del Reich;

Wilhelm Keitel, capo di Stato maggiore dell’OKW;

Alfred Jodl, Capo delle operazioni militari dell’Oberkommando der Wehrmacht;

Wilhelm Frick, ex ministro degli Interni che introdusse la legge sulla sterilizzazione chirurgica dei malati.

 Condanna all’ergastolo nei confronti di:

Rudolf Höss, delfino di Hitler, sperimentò lo sterminio di massa nelle Camere a gas ad Auschwitz;

Erich Raeder, ex comandante supremo della Marina militare;

Walter Funk, ministro dell’economia e dal 1939 presidente della Deutsche Reichsbank;

Condanna a 20 anni di reclusione nei confronti di:

Speer Albert, ministro del Reich per l’armamento e le munizioni;

Horace Greely Hjalmar Schacht, banchiere, presidente della Reichsbank e ministro dell’economia;

Condanna a 15 anni di reclusione nei confronti di:

         Konstantin von Neurath, primo ministro degli esteri di Hitler e protettore del Reich per la Boemia e la Moravia;

    Condanna a 10 anni di reclusione nei confronti di:

         Karl Dönitz, Comandante della Kriegsmarine;

Assolti:

Schacht Horace Greely Hjalmar, banchiere, presidente della Reichsbank e ministro dell’economia;

Franz von Papen, ambasciatore a Vienna ed Ankara;

Hans Fritzsche

6.3 L’esecuzione delle condanne a morte

Le esecuzioni dei condannati a morte avvennero il 16 ottobre 1946 nel carcere di Norimberga. Hermann Göring si suicidò la notte prima dell’esecuzione.

Come documentato in questo film, il processo ha stabilito i “principi di Norimberga”, ponendo le basi per tutti i procedimenti successivi, in qualsiasi parte del mondo, per i crimini contro la pace, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e il genocidio.

Il film che fu presentato a L’Aia in quanto sede delle celenrazioni per la consegna del Premio Erasmus. Nel 2009, il Premio è stato assegnato a Ben Ferencz, giurista statunitense di origini ungheresi, uno dei procuratori del Tribunale di Norimberga, che adesso ha raggiunto la veneranda età di 97 anni, ed al giurista, scrittore e giudice italiano di origini irpine Antonio Cassese (Atripalda, 1º gennaio 1937 – Firenze, 22 ottobre 2011), primo presidente del Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia.

Il film originale è stato scritto e diretto da Stuart Schulberg, e curato da Joseph Zigman, con il patrocinio di Pare Lorentz, capo del Film/Theatre/Music presso il War Department statunitense, e completato da Schulberg nel 1948, con il patrocinio di Eric Pommer, capo del Motion Picture Branch of U.S. Military Government a Berlino.

Il film fa ampio uso di filmati dei campi di concentramento nazisti, un ampio materiale probatorio raccolto grazie alla supervisione di Budd Schulberg, che furono presentati al processo di Norimberga.

Il film ricostruisce con materiali di repertorio i principali avvenimenti della storia del Terzo Reich, fino alle sedute del processo di Norimberga, istruito alla fine della II Guerra Mondiale (agosto 1945) a carico dei più noti gerarchi nazisti. Il tribunale militare internazionale, composto da giudici delegati da Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e Urss, ebbe giurisdizione sulle cospirazioni nella preparazioni di una guerra di invasione, sui crimini contro la pace, di guerra e di lesa umanità. Con la sentenza del 1° ottobre 1946 furono condannati a morte 12 dei 24 imputati (fra cui il contumace Martin Bormann, Goering, Jodl, Ribbentrop, Rosenberg); al carcere a vita Hess, Funk e Raeder.

“Nazisti alla sbarra Il processo di Norimberga” (tratto tratto dall’Istituto Nazionale Luce)

L’impatto e le conseguenze del Processo di Norimberga

7.1 L’influenza sul diritto internazionale

Il Processo di Norimberga ebbe un impatto duraturo sul diritto internazionale: Affermò il principio della responsabilità penale individuale per crimini internazionali, contribuì alla codificazione dei crimini contro l’umanità e del genocidio e dulcis in fundo influenzò lo sviluppo del diritto umanitario internazionale

7.2 La creazione di precedenti per futuri tribunali internazionali

Il Processo di Norimberga servì da modello per successivi tribunali internazionali, tra cui: il Tribunale Militare Internazionale per l’Estremo Oriente (Processo di Tokyo), i Tribunali Penali Internazionali per l’ex Jugoslavia e il Ruanda, la Corte Penale Internazionale permanente.

Critiche e controversie

8.1 La questione della retroattività delle leggi

Una delle principali critiche al processo riguardava la presunta violazione del principio di nullum crimen sine lege. I sostenitori del processo argomentarono che i crimini in questione erano già riconosciuti dal diritto internazionale consuetudinario.

8.2 L’esclusione dei crimini commessi dagli Alleati

Il processo fu criticato per non aver affrontato i crimini commessi dagli Alleati durante la guerra, come i bombardamenti di Dresda o l’uso delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

8.3 Il dibattito sull’equità del processo

Alcuni critici hanno sostenuto che il processo non garantisse pienamente i diritti degli imputati, in particolare per quanto riguarda la preparazione della difesa e l’accesso alle prove.

Conclusioni

Il Processo di Norimberga rappresenta un punto di svolta fondamentale nella storia del diritto internazionale e della giustizia penale internazionale. Nonostante le critiche e le controversie, ha posto le basi per lo sviluppo di un sistema giuridico internazionale volto a prevenire e punire i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità. L’eredità di Norimberga continua a influenzare il modo in cui la comunità internazionale affronta le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario.

Il processo ha dimostrato che è possibile perseguire i responsabili di atrocità di massa a livello internazionale, stabilendo un precedente importante per la responsabilità individuale nei crimini internazionali. Allo stesso tempo, le critiche al processo hanno evidenziato la necessità di garantire standard equi e imparziali nella giustizia internazionale.

In definitiva, il Processo di Norimberga rimane un momento cruciale nella storia del XX secolo, che ha contribuito a plasmare il nostro attuale sistema di diritto internazionale e ha posto le basi per gli sforzi continui volti a garantire la giustizia e prevenire futuri crimini contro l’umanità.

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